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USO DEL SOFTWARE DEL PROGETTO RHODA

Utilizzare il computer nella scuola non è la cosa più facile del mondo.

L'insegnante dell'area logica si trova di fronte a molteplici problemi: sia pratici sia didattici. E' necessario avere a disposizione uno strumento semplice, che non richieda conoscenze tecniche particolari o un lavoro di rielaborazione personale eccessivamente lungo (un minimo di riflessione personale è sempre necessario, anche per adattare il prodotto creato per altri alla situazione della classe e per introiettare regole e schemi).

I programmi del PROGETTO RHODA e gli insegnanti.

I programmi del PROGETTO RHODA, elaborati da Emilio Brengio, sono una delle soluzioni a questi problemi. Sono programmi facili da usare. Sono programmi facili da far girare, perché scritti in QBASIC, linguaggio che è riconosciuto da tutti i calcolatori che posseggano il sistema DOS (senza il quale l'elaboratore non funziona). Sono programmi facili da proporre alla classe, perché nati dall'esperienza di un insegnante, a diretto contatto con i bambini ogni giorno, e quindi in grado di riconoscere le vere esigenze didattiche e pedagogiche, senza inutili sovrastrutture (musichette varie, esercizi nascosti,o per meglio dire sovrastati, dal gioco...).

I programmi del PROGETTO RHODA e i bambini.

Sono programmi, nello stesso tempo, accattivanti per il bambino, che quindi attirano e catturano la sua attenzione, mantenendola fissa sull'esercizio per un tempo maggiore di quello solito. Sono programmi che non aumentano la mole di lavoro dell'insegnante (nell'area logica si richiede che vengano insegnati concetti e nozioni di Aritmetica, Geometria, Misura, Logica, Statistica, Probabilità, Informatica senza dimenticare Scienze e Geografia e/o Musica nel caso del Tempo Pieno) in quanto servono a completamento del lavoro svolto in classe, o per approfondire in maniera individuale, o per l'esercizio tecnico, o ancora per il recupero finalizzato. Se la situazione lo permette possono inoltre essere usati all'interno della lezione.

Uno strumento nuovo da affiancare agli altri.

Importante è che l'insegnante si chieda cosa vuole ottenere dall'uso del computer: può utilizzarlo per insegnare l'Informatica (ma questo è un altro discorso, anche se non del tutto), oppure può considerarlo come uno dei molteplici oggetti cui fa riferimento nel suo lavoro di ogni giorno: quaderno, libro, lavagna, computer. Del resto una cosa non esclude l'altra, anzi spesso noi ci troviamo nella situazione in cui gli insegnamenti si intersecano: è la realtà della multidisciplinarietà, ed ogni docente la vive ogni giorno, qualsiasi sia la "materia" che sta insegnando. Poche e semplici informazioni, quindi, ma supportate da un iter didattico valido e da una base teorica ben salda.

GABRIELLA ASCHERO