PROGETTO RHODA
COSA NE PENSANO ALCUNI INSEGNANTI
Insegno matematica, per la prima
volta, dopo 20 anni di ruolo nella scuola elementare e
devo dire che di strada ne è stata fatta!!! All'inizio
dell'anno scolastico ero spaventatissima ora, grazie
anche al vostro materiale on line, ogni lezione diventa
una scoperta e un divertimento anche per me.
Desidererei ricevere il CD del Progetto Rhoda.
novembre 2002
Antonella Coppi
(Grosseto)
Il "PROGETTO RHODA" è ricco
di suggerimenti didattici per lavorare in modo nuovo e
originale.
Una delle parti più interessanti è quella dedicata al
problem solving con proposte di modelli logici
utilizzabili con o senza il supporto software. La
soluzione dei problemi viene semplificata da un apporto
grafico di due tipi (quello delle parti e quello delle
frazioni), che diventa pratico strumento di ragionamento.
Ho introdotto l'uso di tali grafici in classe 4^: ciò ha
consentito agli alunni di visualizzare la situazione
proposta dal problema in modo semplice e chiaro,
favorendo un'individuazione più rapida e sicura delle
operazioni da eseguire per la soluzione di problemi di
vario tipo.
La presentazione e l'uso di queste strategie risolutive
è stata d'aiuto anche agli alunni che di solito "i
problemi non li capiscono".
INS. Angelica Molinari
DD Campomorone - Genova
Campomorone, 11 maggio '98
Ho iniziato ad utilizzare i programmi legati al
"PROGETTO RHODA" durante l'anno scolastico
1994/95, con una quinta elementare di 25 alunni, con
pochi ed antiquati computer.
All'inizio non riuscivo bene ad integrare questo nuovo
lavoro con la normale pratica didattica, ma piano piano
mi sono resa conto che non facevo più sforzi, non avevo
bisogno di pensare a qualcosa di particolare: l'esercizio
sulla macchina era diventato una logica conseguenza, come
l'uso della lavagna o del sussidiario.
Ripresa la prima classe, l'anno scolastico successivo, ho
utilizzato fin dai primi giorni i programmi legati alla
familiarizzazione con la tastiera e con lo "spazio -
schermo", per passare poi quasi subito ai programmi
di aritmetica, di risoluzione dei problemi e di
geometria.
Ora ho il computer anche in classe, lo utilizzo per
l'esercizio individuale, per le verifiche bimestrali e di
inizio e fine anno scolastico, per l'approfondimento e
per il recupero.
Vi sono alcuni programmi, secondo me, particolarmente
significativi (e particolarmente amati dagli alunni) che
sono come punti fermi nella didattica delle varie classi,
sia dal punto di vista della comprensione dei concetti,
sia da quello della sistematizzazione delle tecniche. Al
riguardo consiglio di visionare i programmi MACEDONIA e
MAZZI: questi, infatti, rappresentano un ottimo approccio
all'argomento.
Genova, 12 maggio 1998
INS. Gabriella Aschero
Sc. El. G. Govi
GENOVA
Siamo due insegnanti di II e da due anni utilizziamo i
prodotti del "PROGETTO RHODA" per l'invenzione
e per la risoluzione dei problemi, con risultati positivi
per le indubbie caratteristiche didattiche e per il
coinvolgimento degli alunni.
Valido supporto è il software collegato, sia per quanto
riguarda l'apprendimento dei concetti, sia per il
consolidamento delle quattro operazioni; quest'anno
abbiamo utilizzato in modo particolare i programmi
BUSTUT, CAT10, PARTI, PROSOTT, DIFF per l'addizione e la
sottrazione, CARMOL, CATLAV, MISTO, FESTA, WMOLTPRO per
la moltiplicazione, MAZZI per la divisione di
distribuzione e GOMMISTA e TORNEI per quella di
contenenza.
Molto proficuo si è rivelato anche l'uso di programmi
che permettono l'esercizio, indispensabile per
consolidare le varie tecniche di calcolo mentale:
RIPORTOP (addizione con il riporto), AIUTO SOTT
(sottrazione con il cambio), PUFFI, PITAGORA, TABV
(tabelline).
Genova, 12 maggio 1998
INS. Milva Sarpero
INS. Clelia Giordano
Sc. El. G. Govi
Genova
Nel corso degli ultimi anni ho utilizzato il metodo dei
grafici del "PROGETTO RHODA": ( Grafico delle
parti e Grafico delle Frazioni) sia con la classe, sia
per il sostegno, per avviare gli alunni alla risoluzione
dei problemi aritmetici, con esiti positivi.
In particolare ha consentito:
- di adeguare il livello di lavoro alle reali capacità
dei singoli alunni, quindi, di non "lasciar
fuori" nessuno;
- una partecipazione più attiva della scolaresca, specie
nel momento dell'invenzione dei problemi;
- la quasi totale eliminazione del timore verso i
"problemi";
- una maggiore motivazione al lavoro, con l'inserimento
del vissuto personale nella costruzione delle
"storie" sul problema;
- di portare gli alunni a concentrarsi di più sugli
aspetti logici del problema, rispetto ai dati numerici.
Genova, 11 maggio 1998
INS. Silvano Quartini
Sc. El. L. Ariosto
Genova
Ho utilizzato le strategie proposte dal Progetto Rhoda
come strumento metodologico e operativo per
l'apprendimento, lo sviluppo e il recupero di attività
logico-matematiche. Tali esercizi hanno incontrato il
favore degli alunni e l'attività è risultata utile e
piacevole.
Genova, 11 maggio 1998
INS. Rosalba Ferrari
Sc. El. L. Ariosto
Genova
Ritengo didatticamente molto valido l'uso dei grafici del
"PROGETTO RHODA" perché questi due disegni
formati semplicemente da un rettangolo e da una freccia
possono accompagnare il bambino dal primo anno della
scuola elementare fino alla quinta, aiutando la
costruzione di un'immagine mentale che rappresenta una
determinata operazione: "dell'aggiungere, del
togliere, del prendere tante volte parti uguali e del
dividere". Questi grafici si possono riempire di
oggetti e di personaggi, diventano
"contenitori" della fantasia del bambino che
scopre le regole logiche delle quattro operazioni
lavorando dentro a queste rappresentazioni grafiche con
gli oggetti concreti prima, con il disegno ed infine con
la parola.
Passerà il momento della manipolazione e del disegno, ma
questi grafici continueranno ad essere semplici
"macchine" che con poche parole possono guidare
i bambini a montare, a smontare e costruire il mondo
affascinante, purtroppo considerato incomprensibile e
misterioso dei problemi.
Genova, 14 maggio 1998
Adriana Soriani
Sc. El. S. Eusebio
Genova
Nella scuola elementare Duca degli Abruzzi siamo riuscite
ad allestire un piccolo laboratorio di computer grazie a
quattro vecchi modelli MC 240 Olivetti donati dai
genitori. Dopo aver frequentato il corso"
Utilizzazione del computer nella didattica della
matematica" organizzato dall'IRRSAE Liguria e tenuto
dall'ins. Emilio Brengio, sono stata in grado di attivare
immediatamente un lavoro con gli alunni, coinvolgendo
tutta la classe nella familiarizzazione alla lavagna dei
modelli grafici presentati nei programmi interattivi che
ci sono stati forniti. Il passaggio al computer è stato
facile perché le schermate sono chiare e facilmente
comprensibili. I programmi del "PROGETTO RHODA"
guidano passo per passo l'alunno formulando domande cui
deve rispondere utilizzando la tastiera come una macchina
per scrivere. Il processo logico seguito è lineare,
procede a piccoli passi molto graduati e ricchi di
rinforzi. Ogni programma prende per mano il bambino e l
accompagna amichevolmente alla scoperta del pianeta dei
"problemi aritmetici" fornendogli alcune chiavi
di interpretazione e rappresentazione dei dati (i
grafici) che gli consentono di effettuare le scelte delle
operazioni da eseguire senza trovarsi a scegliere
casualmente, come spesso accade ai meno dotati d'intuito.
Lo strumento segue regole stabilite e rese familiari
dall'uso, nel riconoscimento del grafico utile, cioè
della situazione proposta dal problema (add/sott o
molt/div).
Avendo introdotto questo tipo di lavoro in classe terza
ho privilegiato, per necessità, il contenuto logico ed
operativo dei programmi, con lo scopo di accrescere la
"sicurezza" e le "abilità
risolutive" di alcuni alunni che si trovavano in
difficoltà. Mi ripropongo in seguito di lavorare
sull'aspetto linguistico del "racconto" della
situazione problemica, momento di riflessione logica, ma
anche di grande creatività.
Genova, 14 maggio 1998
INS. Maddalena Gentina
Sc. El. Duca degli Abruzzi
Genova
Sto utilizzando da circa due mesi, in una 2^ elementare,
il metodo del Progetto RHODA sia attraverso l'uso del
computer sia attraverso il tradizionale quaderno.
La presentazione e l'uso del grafico hanno permesso:
- individualizzazione nel livello di difficoltà;
- personalizzazione motivante nella stesura dei testi
problemici;
- maggiore monitoraggio da parte dell'insegnante sul
processo logico utilizzato dall'alunno.
Particolarmente positivo il caso dell'alunno nomade (con
i conseguenti problemi dell'incompleta conoscenza della
lingua italiana) che, con l'uso del grafico riesce
autonomamente a produrre il testo di un problema.
INS. Enrica Chierico
Sc.El. Prato Genova
Quando, a fine seconda, ho introdotto il grafico delle
parti, gli alunni hanno risposto positivamente a questo
nuovo modo di rappresentare una situazione problemica e i
genitori si sono attivati per procurare alla classe un
computer. Oggi, a fine quarta, in classe ci sono ben
quattro PC, dal modello più recente ai vecchi modelli
286, che permettono l'utilizzo quotidiano di questo nuovo
strumento. I software proposti agli alunni sulla base del
programma di matematica relativo a ciascuna classe del
ciclo elementare, si sono rivelati di facile utilizzo.
Non richiedono, infatti, la presenza costante
dell'insegnante, in quanto ogni alunno è in grado di
utilizzarli in modo autonomo, poiché guidato nel lavoro
dal computer stesso che esercita anche un'azione di
controllo costante con eventuale segnalazione acustica
dell'errore.
Questo nuovo modo di fare matematica ha permesso agli
alunni di:
- affrontare con serenità le difficoltà e di sviluppare
un rapporto positivo col problem solving;
- di costruire il significato delle operazioni;
- di saper gestire i dati;
- di sviluppare la capacità di dividere in sequenze un
testo e di procedere con un controllo continuo della
situazione.
ESPERIENZA IN CLASSE III Ins. Maddalena Conti
MOTIVAZIONE:
La scelta di utilizzare il metodo del PROGETTO RODA per
la risoluzione dei problemi, è stata fatta nell'ultimo
periodo della classe II, motivata dalle enormi
difficoltà che i miei alunni incontravano in tutto il
processo dell'apprendere (la classe infatti presenta un
elevato numero di bambini in situazione di svantaggio
legato a fattori socio-economici-culturali) e che
nell'area matematica si evidenziavano soprattutto nel
problem-solving, dove la difficoltà di risoluzione si
riconosce essere legata a cause varie e complesse quali:
* livello di sviluppo intellettuale dell'alunno
* difficoltà psicologiche
* comprensione del linguaggio verbale e di quello
simbolico
* acquisizione incompleta dei concetti riguardanti la
successione temporale e la relazione tra i dati..
* acquisizione dei concetti relativi alle 4 operazioni o
a questioni aritmetiche specifiche (compravendita, misure
...)
Fin dalla prima classe gli alunni denotavano un codice
linguistico ristretto, caratterizzato da rigidità di
sintassi e da un uso scarso di possibilità formali per
l'organizzazione verbale (uso rigido e limitato di
aggettivi e avverbi; scarso uso di proposizioni
subordinate per spezzare le categorie dell'argomento
principale; uso semplice e ripetitivo di congiunzioni
......)
Tutto ciò è stato causa di enormi difficoltà nella
comprensione e proprio in tale direzione si è
organizzato il lavoro scolastico e si è utilizzato il
problema come strumento di formazione del
promuovendo il ragionamento
pensiero : analizzando/comprendendo il linguaggio
individuando il rapporto tra i dati e la richiesta
L'utilizzo dei Fabigrammi si è rivelato efficace nel
favorire:
* lo sviluppo del ragionamento logico attraverso un
itinerario che porta dalle esperienze (operazioni)
concrete alla capacità di astrazione;
* stimolare la creatività ( libertà nella stesura del
testo pur dovendo rispettare la logica)
* aiutare l'alunno incerto e più debole
individualizzando l'intervento per un proficuo lavoro di
recupero
* comprendere i contributi aritmetici espressi attraverso
il linguaggio verbale e il linguaggio simbolico
lingua parlata/scritta
Infatti il linguaggio aritmetico si serve di: grafici
numeri
Per comprendere le relazioni tra i dati di un problema
bisogna capire la relazione tra il "tutto" e le
"parti" uguali e/o non uguali che lo
compongono. Tale metodo abitua il bambino sia a
rappresentare in un unico grafico una situazione sia a
"costruire" un testo partendo dal grafico
stesso approfondendo la comprensione e sviluppando la
capacità di ideazione. Si può utilizzare il linguaggio
corrente per introdurre il concetto di incognita. Si
comprende meglio il rapporto tra i dati e quindi è un
aiuto a distinguere tra dati utili e dati inutili.
L'impiego del mezzo informatico, infine, si colloca come
mediatore, agevolando il superamento dei condizionamenti
e delle differenze sociali grazie al suo utilizzo
formativo e creativo.
SITUAZIONE DI PARTENZA DELLA CLASSE
* Classe con alta presenza di alunni in situazione di
svantaggio socio - culturale - economico
* Difficoltà di relazioni interpersonali : disturbi
nella sfera emozionale / affettiva
* Difficoltà a riconoscere/ rispettare regole
* Difficoltà di attenzione e di concentrazione
* Scarsa o assente la motivazione ad apprendere
* Linguaggio povero
RISCHI PER L'INSEGNANTE
* sfiducia in sé
* abbassamento della qualità dell'intervento
* disistima nei confronti degli alunni
RIMEDI ADOTTATI
Organizzazione del lavoro finalizzata verso:
* Comprensione del linguaggio parlato/scritto
* Relazione tra bambini e con adulti
* Confronto di opinioni e di sentimenti
* Utilizzo del computer
OSSERVAZIONI A FINE TERZA
La speranza che l'utilizzo di uno strumento come il
computer potesse essere stimolante per gli alunni non è
stata disattesa. Sono passata gradualmente ad introdurre
l'utilizzo del grafico delle parti a fine seconda,
ponendo particolare riguardo a non modificare troppo e
troppo in fretta il linguaggio utilizzato fino a quel
momento, perciò il termine "parte" si è
affiancato al termine sottoinsieme per diverso tempo, e
solo ad inizio terza ho introdotto il grafico della
frazioni. I bambini fin dall'inizio sono stati liberi di
scrivere testi "maxi" o "mini" mentre
si è stabilita come "regola" il contenuto
logico del grafico. Ai bambini è subito piaciuto questo
nuovo modo di fare i problemi, poiché permetteva la
stesura personale del testo e il momento della lettura
agli altri permetteva a tutti di essere protagonisti e
nello stesso tempo tutti potevano esercitare un'azione di
controllo e di confronto tra i vari testi. Utilissimo si
è rivelato il momento dell'impostazione alla lavagna di
un problema, preso generalmente da eventi scolastici (
organizzazione di gite, feste ecc.) in cui ogni alunno,
anche il più debole, poteva portare il proprio
contributo, richiamato comunque ad una responsabilità
personale ad una partecipazione attiva e quindi ad una
più costante attenzione.
COSTRUZIONE DI PROBLEMI A 2 OPERAZIONI
Quando in un problema standard una domanda è nascosta
aumentano notevolmente le difficoltà poiché l'alunno
deve scoprire le tappe intermedie e formulare verbalmente
la domanda nascosta per ragionare sul testo. Nei problemi
inversi il momento della costruzione del testo è un
momento di:
* aiuto e verifica della comprensione dei rapporti fra i
dati ;
* sviluppo della capacità di ragionamento;
* miglioramento del linguaggio con il corretto uso dei
connettivi logici.
Imparare a schematizzare tutte le informazioni aiuta il
processo logico, i grafici utilizzati nel metodo
A.R.D.I.M.:
* permettono di scoprire più facilmente le relazioni fra
i numeri,
* favoriscono il pensiero critico poiché implicano una
scelta motivata ,
* portano alla scoperta induttiva di regole costanti,
* guidano alla formulazione di ipotesi da verificare
mediante processi aritmetici,
* servono a verificare la comprensione dei termini e a
favorire l'acquisizione di un linguaggio specifico.
Inoltre il testo, scritto liberamente, fornisce la
possibilità di esprimere in più modi le informazioni
senza tuttavia cambiare il significato. Il grafico può
servire a visualizzare un procedimento già chiaro nella
mente, ma può aiutare a rendere più evidenti i rapporti
tra i dati e, quindi, guida alla risoluzione.
METODOLOGIA DI LAVORO
DECODIFICAZIONE DI UN TESTO STRUTTURAZIONE DI UN TESTO
Analisi linguistica del testo: Scelta dell'ambiente:
libera/guidata
( comprensione)
Raccolta dei dati Scelta del denominatore dell'insieme:
(di cosa parliamo?)
Individuazione della richiesta: Scelta dell'attributo:
come?
(incognita)
Scelta dell'attributo/numero:
(quanti?)
Analisi dei dati Rappresentazione grafica
Schema di ragionamento Schema di ragionamento
Rappresentazione grafica Racconto/storia della situazione
Strategia risolutiva: quale operazione Lettura dei testi:
confronto
Secondo le esigenze della vita di classe, si invitano i
bambini a costruire il problema sulla base di alcune
informazioni e su criteri di scelta individuali, per
favorire:
* la progettualità
* la capacità di dividere in sequenze
* la capacità di gestire i dati
* essere protagonista e non solo esecutore (rapporto
positivo con il problema)
* attivare le risorse cognitive e di memoria
* procedere con un controllo continuo della situazione
* scrivere un testo proprio per imparare a
capire/risolvere testi altrui
* costruire il significato delle operazioni
* dare "valore" al numero che non resta
un'entità astratta
Si sceglie inizialmente insieme l'argomento es. una gita,
dal gelataio, in cartoleria ecc.; si decide che
operazioni vogliamo utilizzare e si preparano poi i
grafici relativi alla lavagna,(si possono altrimenti
utilizzare schede individuali stampandole dal programma
"GRAFICI2"). L'utilizzo di 2 grafici esprime
una relazione e un rapporto costante fra i dati. Si
guidano poi gli alunni a completarli con le stesse
domande che troveranno sui programmi utilizzati al
computer.( DIFRA.BAS, D2.BAS, A3P.BAS, DIFRA3.BAS)
Dopo aver completato i grafici si passa al ragionamento,
momento in cui si evidenziano ulteriormente i rapporti
tra i dati. Si procede quindi alla formulazione orale del
testo come lettura di ciò che si è appena fatto ed
infine alla sua stesura scritta individuale. Alla fine
tutti o alcuni leggono il proprio testo agli altri che
sono invitati a prestare particolare attenzione al fine
di verificare se nella stesura del testo il compagno ha
rispettato la logica del problema e, in caso contrario,
ad aiutarlo nella correzione. Questo momento è
indispensabile per aiutare l'alunno a sviluppare la
capacità di:
* riflettere sul proprio modo di operare
* immedesimarsi in altre persone
* interpretare azioni svolte da altri
* produrre un linguaggio in grado di aderire alle cose e
alle azioni
* produrre un pensiero complesso ,cogliendo nessi
causali, temporali....
* esprimere il pensiero logico attraverso il linguaggio
verbale scritto
La presenza del computer all'interno della classe mi ha
dato l'opportunità di un suo utilizzo costante sia come
momento gratificante per l'alunno più dotato sia come
strumento di stimolo, rafforzamento, acquisizione e
controllo nei confronti degli alunni più in difficoltà.
PROGRAMMI UTILIZZATI
Il programma D2.BAS presenta una serie di titoli, dopo la
scelta appare una schermata con 2 grafici, ad ogni invio
il cursore si posiziona sul dato da completare o trovare,
guidando costantemente l'alunno nel suo lavoro. A fianco
dei grafici c'è lo spazio per scrivere la storia , alla
fine si può stampare tutto il lavoro del bambino.
Il programma "DIFRA3.BAS" permette la scelta di
strutturare il problema con le sole parole o anche con i
numeri, le domande guidano anche in questo caso il
bambino a completare i due grafici, appaiono poi i due
schemi che l'alunno deve completare ed infine è il
computer stesso a descrivere il problema inventato
dall'alunno mettendo in risalto il linguaggio specifico
relativo al processo logico seguito e l'espressione
aritmetica relativa alla sua risoluzione.
Il programma "GRAFICI2.BAS" presenta la
possibilità per l'insegnante di scegliere quale coppia
di grafici utilizzare per impostare un problema da far
costruire individualmente agli alunni
INS. Marilena Conti
Sc. E. G. Daneo Genova
Sono già diversi anni che faccio uso del computer con i
miei alunni (tutto il ciclo ormai trascorso, dalla prima
classe alla quinta ed anche quest'anno che ho nuovamente
la prima).
I programmi del Progetto RHODA, eseguiti al computer,
sono sempre parte integrante di esercitazioni eseguite
prima in classe, sul quaderno o sulla lavagna.
Il modo di lavorare al computer diventa comunque nuovo,
motivante ed anche gratificante. Molto chiari risultano
il grafico delle parti e quello delle frazioni per la
comprensione dei problemi, in quanto permettono di
visualizzare il ragionamento logico.
Assai efficaci sono anche gli esercizi sulle numerazioni
che aiutano a comprendere con facilità la successione
dei numeri. I miei alunni di prima, con questo tipo di
esercizio al computer sono riusciti a "giocare"
con soddisfazione con i numeri da zero a 100.
Ins: Laura Garuti
Sc. El. L. Ariosto
Le attività logico-matematiche incentrate sul problem
solving, presentate dal maestro Emilio Brengio, sono un
valido aiuto per la didattica dell'insegnante e per
l'apprendimento dell'alunno.
Le proposte sono incentrate in modo particolare sui
problemi aritmetici, per i quali si utilizzano modelli
grafico-logici delle operazioni. In questa attività non
lavora l'insegnante, ma i bambini; essi inventano il
problema pezzo per pezzo sul grafico, con elementi
logici, merceologici, numerici.
Lo stesso tipo di lavoro può essere ripercorso al
computer, dove ogni risposta del bambino verrà
controllata e corretta.
In questo modello di attività il percorso didattico
permette la realizzazione della individualizzazione a
tutti i livelli, la possibilità di autonomia da parte
del bambino; sollecita la sua creatività, promuove il
ragionamento attraverso un itinerario che parte dalle
esperienze concrete per attivare le capacità di
astrazione.
Ai bambini è piaciuto questo nuovo modo di fare i
problemi. Li rende protagonisti e non solo esecutori,
possono dare il proprio contributo con responsabilità
personale e partecipazione attiva.
INS. Marcella Romanelli
INS. M. Clotilde Montorsolo
DD Campomorone - Genova
Appunti e considerazioni sull'utilizzo del computer in
classe Ia C, scuola elementare " L. Ariosto ".
A partire dal mese di marzo ho proposto alla classe
l'utilizzo del computer per integrare il lavoro sui
quaderni.
Trattandosi di una classe prima ho ritenuto opportuno,
prima di cominciare il lavoro vero e proprio, presentare
ai bambini lo strumento nelle sue diverse componenti e
poi spiegare l'uso della tastiera.
Per l'uso della tastiera ho avuto due motivi di
preoccupazione: la funzione del tasto INVIO e il modo di
usare i tasti.
Per spiegare la funzione del tasto INVIO è bastato
raccontare una semplice storiella; successivamente ho
mostrato il tasto nelle tre diverse presentazioni: INVIO,
RETURN e il simbolo della freccia ( ).
Per il modo di usare i tasti invece, mi sono limitato a
mostrare ai bambini l'effetto del tenere schiacciato il
tasto troppo a lungo e a semplici raccomandazioni.
Il risultato è stato più che soddisfacente: tutti hanno
pienamente recepito le spiegazioni.
Passando al lavoro vero e proprio i software utilizzati
sono stati finalizzati alla:
* risoluzione di problemi;
* conta di lettere;
* esecuzione alternata di addizioni e sottrazioni.
Per la risoluzione dei problemi i software hanno proposto
la visualizzazione grafica dei dati: questo ha presentato
i problemi in modo concreto e allo stesso tempo ha
cominciato a staccare i bambini dal disegno vero e
proprio per introdurli al processo di astrazione.
La conta di lettere, invece ha proposto ai bambini un
lavoro in cui bisognava contare le lettere di una parola
(la parola era scelta dai bambini stessi): il software è
stato utile, oltre che per l'esercizio del contare, anche
per aver permesso di integrare il lavoro sul concetto di
doppio precedentemente svolto in classe.
L'esecuzione alternata di addizioni e sottrazioni,
infine, è stato lo stimolo offerto da un software che
utilizza una tabella all'interno della quale gli stessi
termini propongono in modo alternato le due operazioni:
questo software si è dimostrato una vera panacea per
quei problemi di confusione sulle due operazioni che
alcuni bambini ancora manifestavano.
Alla fine del programma di utilizzo del computer non
posso che esprimere la mia soddisfazione per i risultati
ottenuti e per il modo in cui sono stati ottenuti: i
bambini, fin dal primo momento, non hanno avuto alcuna
difficoltà a rispondere agli stimoli che apparivano sul
monitor, sia perché il lavoro, in alcuni casi, era già
conosciuto dai bambini perché eseguito in classe sul
quaderno, sia perché, in altri casi, all'inizio della
seduta il lavoro veniva mostrato e spiegato nel
succedersi delle fasi.
L'impiego del computer, inoltre, ha reso possibile
eseguire una grande mole di lavoro: infatti, il bambino
non sprecava energie a scrivere, ma era interamente
impegnato nella risposta; inoltre vi era il ricambio
continuo e immediato degli stimoli da parte del computer.
Questo modo di lavorare ha dato ai bambini, che non
avevano ancora assimilato alcuni concetti, la
possibilità di risolvere i loro problemi.
Genova 15, giugno, 1999
Ins. Francesco TANZILLO
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