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Emilio Brengio Recensione su Bollettino IRRSAE-LIGURIA
n.37/38 1998 CONCETTI IN RETE Il libro sparisce, arrivano gli ipertesti. Con Internet, domani, ogni insegnante potrà scegliersi il libro di testo che preferisce, o meglio, costruirselo, prelevando da diversi testi le parti che giudica più adeguate al suo programma e ai suoi alunni. I quali potrebbero anche non trovarsi fisicamente nella medesima scuola, ma essere sparsi per il mondo. E quindi potrebbe essere utile assemblare libri diversi, per rispondere meglio al livello di ciascuno. Anche il libro scomparso, messo in Internet, diventa accessibile; se uno ne serve, uno se ne stampa. A me piacerebbe, per esempio, che alla richiesta "operaio&orario&lomb%", un motore di ricerca in rete mi portasse il brano di C. Beccaria in cui dice che i primi operai italiani, "lumbard" appunto, al lunedì non andavano a lavorare e neanche al martedì, se i soldi della paga settimanale non erano esauriti e la sbornia neanche. Oppure, in questa Pasqua invernale, che, alla richiesta "stagioni&settecento", mi segnalasse il brano del Leopardi in cui scrive che anche allora si diceva che le stagioni non c'erano più. Oppure, ancora, che alla voce "matematica&sentimenti", segnalasse il brano di V.Woolf, "Ora comincia il terrore. Ora (Miss. Hudson) prende il gesso e scrive cifre, sei, sette otto e poi una croce e poi una riga sulla lavagna. Qual è la risposta? Gli altri guardano; guardano e capiscono. (..) Non vedo che cifre. Gli altri porgono le loro risposte, una per una. Ora tocca a me. Ma non ho nessuna risposta da dare.(...) Comincio a scrivere il numero e il mondo è dentro il cerchio, io invece sono fuori; (..) - Salvatemi; non voglio esser soffiata via per sempre dal cerchio del tempo.-" (Le Onde, B.U.R., 1993). Compratevi il pc, collegatevi con Internet e potrete anche comunicare i vostri problemi ad insegnanti che vivono in una città lontana e che hanno le vostre stesse preoccupazioni e difficoltà a capire i ragazzi che cambiano e ad offrir loro delle attività che li coinvolgano. Utilizzare i sistemi multimediali è facile, dicono gli autori del libro e provano a dimostrarlo. La presentazione dell'attività collegata agli ipertesti evidenzia una lunga esperienza di attività in corsi di aggiornamento, anche se manca il punto di vista degli studenti. E' comunque stimolante, e in effetti il giorno stesso mi è venuta voglia di fare un ipertesto. Scegliere un concetto, provare a chiarirlo a me stesso: quindi carta e penna, fare e rifare la mappa, ricercare e scrivere, wordprocessare, sistemare tanti fogli in ordine con i loro collegamenti, pochi, quelli davvero utili e poi infine caricare un programma per ipertesti e creare un prodotto che può starsene nascosto in un dischetto senza invecchiare, sgualcirsi e che posso far vedere agli amici, usare per illustrare una lezione, regalare ad un collega senza la paura che non me lo restituisca, inviare ad una scuola qualsiasi nel mondo, purché abbia la posta elettronica, metterlo nella mia pagina Web o in quella della scuola. Ma i ragazzi? Loro col pc giocano, manovrano il joystic, fanno le cacce al tesoro, cercano di superare gli ostacoli e le trappole. Possono fare un ipertesto? A quale scopo? Per far divertire qualche insegnante "patito"? Per vincere un concorso e procurare un Pc alla scuola? Perché va di moda? Per imparare a copiare o riassumere? E se il Pc a scuola non c'è? Se c'è, ma mancano i soldi per comprare un software adatto? Se c'è il software, ma nessuno lo sa usare? Il lavoro fondamentale dell'ipertesto avviene con carta e penna, è fatto di discussioni, di ricerche, di analisi del rapporto tra i concetti, di studio della resa linguistica. In una scuola elementare può sostituire la spiegazione di una pagina di storia, di scienze, di geografia. Enucleare i concetti fondamentali di un argomento, farne una mappa che viene costruita alla lavagna con il contributo di tutti, trasferirla sul quaderno. Assegnare a ciascun bambino un concetto da illustrare, con una breve frase e i collegamenti. Questo,dopo aver spiegato la sua parte, chiamerà uno o più compagni a cui è stata assegnata l'illustrazione dei concetti collegati. Potrebbe servire anche un regista e i ruoli possono ruotare. Anche l'interrogazione, o la famigerata verifica, potrebbe essere assorbita in questa attività. Gli diamo un progetto, li facciamo leggere, scrivere, parlare, ragionare, discutere. Che la cosa duri poco però. Cosa facciamo quest'anno? Dobbiamo finire l'ipertesto dell'anno scorso! Non dobbiamo fare un libro di testo, ma seguire un percorso di sviluppo per acquisire concetti. Anche conservare la traccia degli errori potrebbe essere utile. Nessuno leggerà mai gli ipertesti scolastici. Sono come le fotografie amatoriali. Bello il pupo! (Chi è questo mostricciattolo!) Servono per chi li fa e ogni scarafaggio è bello per sua madre. Al libro è allegato un CD-ROM, utilizzabile per 30 giorni, con la presentazione di un ipertesto e dimostrazioni di utilizzazione del software NeoBook per la costruzione di ipertesti, con possibilità di svolgere esercitazioni. (Concetti in rete, F.Casella, M.R. Cimadoro, G.De Luca, M. Fasano, R. Grande, ed. Masson, 1998, Milano Emilio Brengio |