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Emilio Brengio

(Intervento apparso in Scuola e Formazione 23/02/2000)

PRESENTE NEI SITI

http://www.lsn.sfc.it/edicola/2_23_uni.htm

http://members.xoom.it/scuola

 

http://www.forminform.it

 

IL COMPUTER & LA SCUOLA
QUANTE PAGINE (WEB) AL VENTO

IL PIANO MINISTERIALE (PSTD)

Gli insegnanti hanno deciso che il computer a scuola non serve. Hanno ragione? Evidentemente sì, a meno che non siano autolesionisti. Parliamo della stragrande maggioranza. Come mai, mentre il computer invade tutto il resto delle attività, non scalfisce la scuola? L'indagine sul PSTD (Piano di sviluppo delle tecnologie didattiche) www.istruzione.it, ci racconta quanti computer sono stati comprati, dove sono stati messi, ma non quanta polvere stanno accumulando. Vengono usati? Con quale frequenza? In quale percentuale? Gli studenti possono usarli nelle loro attività? O spesso i pc sono irraggiungibili? E' attendibile il dato del rapporto secondo il quale tra gli insegnanti "più di un quarto utilizzerebbero regolarmente" le attrezzature multimediali? Aspettiamo l'indagine campione per capire i modi dell'utilizzazione.

SOLO MACCHINE O ANCHE IDEE?

Il "non so cosa farci" è la confessione più comune di coloro che nelle scuole hanno avuto l'incarico di occuparsi dei laboratori informatici. "Se una sola insegnante quest'anno ti chiederà di imparare la videoscrittura, consideralo un successo". E' la considerazione della direttrice didattica. "I miei insegnanti stanno usando il pc per la 626" dice un altro direttore. La 626 per gli insegnanti è un famigerato Cd-Rom che ti frega almeno tre ore per dirti che un vetro, se ti cade in testa, fa male, ma poi ti dà l'attestato di persona informata sulla sicurezza. Qualche insegnante la videoscrittura l'ha imparata, la usa per scriverci il PEI, il POF, il PEP, il PULP e il PAF, ma con i ragazzi? Si può fare lezione utilizzando anche il pc, insieme alla lavagna? Sì, però bisogna capire come. Oppure prima devo sapere tutto del pc? A questo punto ho già deciso che è uno strumento che non fa per me. Troppo complicato e troppo inutile rispetto ai "problemi veri" che ogni giorno il mio lavoro di insegnante mi presenta. Qualche caso di insegnanti che di pc non sanno nulla, ma lo usano quotidianamente con i ragazzi esiste. Sono i pochi fortunati che hanno individuato una attività utile e quindi trovato il modo di avere l'accessibilità allo strumento. Hanno portato a scuola il proprio, hanno trovato qualche genitore che lo ha procurato, hanno scritto alla banca: individuato il fine si sono attivati per procurarsi il mezzo. Prima mi devi convincere che mi serve, ma anche che è alla mia portata.

CORSI, CONCORSI E MULTIMEDIALITA'

Il ministero con i temi del concorso per la scuola elementare ha spiazzato tutti i preparatori professionali: ha proposto di entrare dentro al lavoro quotidiano, di affrontare la costruzione di percorsi, di legare gli strumenti ai fini. Educazione scientifica, educazione musicale, uso delle tecnologie informatiche "nella valorizzazione delle potenzialità cognitive e comunicative dell'alunno". Al prossimo concorso per la scuola avremo ancora candidati non in grado di affrontare una minima prova di utilizzazione del computer? Un dato certo è che tali strumenti non vengono utilizzati né nell'ambito dei corsi abilitanti né nell'ambito del corso per i capi d'istituto. Un'occasione persa.

INDIVIDUALIZZARE IL LAVORO

Nel tema del concorso magistrale sulla multimedialità è rimasto in ombra, credo, l'aspetto più importante, legato all'uso delle tecnologie informatiche, che è quello della possibilità di individualizzare realmente le proposte didattiche. Un tema presente da anni nella problematica della scuola (era uno dei titoli del concorso del 1963), che gli strumenti ad oggi disponibili non hanno mai permesso di realizzare. Un software interattivo mi permette di far esplorare ad un alunno il concetto di area e di perimetro, prima ancora di averlo presentato in classe, mentre contemporaneamente il suo compagno extracomunitario, arrivato in Italia in quarta elementare, sta esercitandosi, sempre al computer, nella scrittura in parole dei numeri. Poter individualizzare le proposte di lavoro nella classe significa rispondere a tutte le esigenze, non solo a quelle che si manifestano in modo eclatante verso il basso, ma anche a quelle opposte. L'alunno che rischia di annoiarsi, per proposte limitate rispetto alle sue esigenze ed aspirazioni cognitive, non rappresenta, socialmente, un problema minore di quello che si cerca di affrontare con il sostegno. Un software interattivo, graduato e strutturato, si presta a molte esigenze della classe, abbatte i tempi morti, socializza le esperienze didattiche degli insegnanti, permette la collaborazione tra gli alunni.1

L'INTERATTIVITA'

Le esperienze di didattica della matematica con l'uso del calcolatore a livello universitario hanno da tempo evidenziato questi aspetti (http://www.fub.it/telema/TELEMA16/). E' mancata la diffusione delle esperienze e il loro adattamento alle esigenze di altri ordini di scuole. Molte esperienze restano chiuse nei laboratori, spesso svolte solo in funzione di riversarsi in pubblicazioni finalizzate alla conservazione di incarichi di ricerca. Le loro condizioni di fattibilità in contesti normali non vengono verificate. Si occupano di didattica, ma non sono esportabili fuori dalle zone protette, richiedono prerequisiti non estensibili, presuppongono standard di spesa non proponibili. Alcune esperienze utili, penso alla didattica della geometria con il Logo di Papert, sembrano ormai soppiantate da un acritico uso di ipertesti, sul piano didattico dispersivi.2 La loro mancata diffusione, anzi spesso l'arretramento, dipende dall'incapacità della scuola di valorizzare le esperienze. Basta un trasferimento o un pensionamento perché un intero patrimonio vada disperso e nessuno se ne preoccupa. Scuole che per un decennio hanno avuto la possibilità di utilizzare i computer nella didattica, con intervento dell'ente locale, oggi, terminato l'intervento, sono ripiombate nella condizione precedente. Nessuna competenza è rimasta nella scuola. In parte evidentemente si trattava di interventi esterni, non solo dal punto di vista amministrativo, ma anche da quello didattico. Gli insegnanti hanno vissuto l'esperienza come una imposizione, in qualche caso come un comodo appoggio.

TECNOLOGIA E ASSISTENZA

Gli aspetti tecnologici giocano un ruolo decisivo. Tutti gli aspetti. Intanto la manutenzione, e poi l'accessibilità. Con la fotocopiatrice si pone lo stesso problema. Ho fatto le schede, ho preparato il materiale per la terza prova, ma la fotocopiatrice è rotta da una settimana. L'unica risorsa è utilizzare la mia stampante come fotocopiatrice. Anche col videoregistratore le cose non hanno funzionato, eppure non si tratta di un problema di tecnologia nuova o difficile. Se non lo sa usare la maestra, basta chiederlo al bambino, anche alla scuola dell'infanzia. La Rai propone Mosaico,

ma quante sono le scuole con l'antenna satellitare in grado di captare il canale Sat3 e di utilizzare la bacheca di Mosaico?3 E in quante scuole ogni aula ha un videoregistratore e un televisore? Se parliamo di multimedialità la dobbiamo utilizzare tutta e deve essere a portata di tutti.

DOPO ILPSTD?

"Grazie a questo progetto, potremo dire che entro il 2000 la multimedialità avrà fatto il suo ingresso nelle aule scolastiche" dichiara il ministro.4 Il 2000 è arrivato senza portare questo risultato. Analizzare i motivi del fallimento per cercare, se possibile, di correggere il tiro è urgente. Occorre accentuare maggiormente la "seconda finalità" del PSTD cioè "il contributo che le nuove tecnologie possono dare all'efficacia dell'insegnamento e dell'apprendimento delle discipline". Avere strumenti con cui lavorare in modo più agevole, per alleviare almeno la fatica fisica e psicologica degli insegnanti è già un obiettivo. Perdere la vista per decifrare elaborati degli alunni quando si potrebbe avere un testo stampato, non è un obiettivo minimale. Non solo questo, che ripeto allevierebbe la fatica fisica per gli insegnanti, ma anche la possibilità di avere in tempo reale il testo pulito e corretto, il che significherebbe valorizzare il lavoro docente. Le osservazioni e i suggerimenti non andrebbero dispersi, rielaborare una parte del testo non comporta, con la videoscrittura, dover riscrivere tutto. Il vantaggio per lo studente sarebbe quello di avere una alfabetizzazione di massa reale fornita dalla scuola di tutti. Avere in classe un televisore su cui proiettare presentazioni e immagini da CD-ROM non richiede particolari conoscenze informatiche, inoltre in qualunque classe c'è almeno un allievo in grado di gestire l'aspetto tecnico. Diversi insegnanti mi chiedono se è difficile fare la pagina web della scuola. Avete qualcosa da metterci, oltre alla foto dell'edificio e al nome del direttore? Lasciate perdere, a nessuno interessano i buoni propositi di cui sono lastricate le pagine web delle scuole. Quali servizi intendete offrire ai vostri insegnanti, alunni e genitori? Siete in grado di tener aggiornata la pagina o diventerà un museo? Esistono invece molti siti utili per gli insegnanti, dove si può reperire materiale utilizzabile nella didattica (per es. http://www.docenti.org).

 

1 I. Capuzzo Dolcetta, M. Emmer, M. Falcone, S. Finzi Vita, The impact of new technologies on teaching calculus: a report of an Experiment, Int. J. Math. Educ. Sci. Technol., vol 19 n 5 (1988), pagg 637-657

2 Sartori G., Homo videns, Laterza, 1999

3 http://www.mosaico.rai.it

Per sapere quali scuole hanno l'antenna satellitare e per vedere il catalogo dei video di Mosaico 4

http://www.mosaico.rai.it/workinprogess4/htm

(intervista a Luigi Berlinguer)