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Emilio Brengio (INTERVENTO APPARSO IN BOLLETTINO IRRSAE-LIGURIA N. 39 1998

 

" Se avessi un PC in classe, che cosa ne farei?"

UN'ESPERIENZA GENOVESE NELLA SCUOLA ELEMENTARE

Nel 1989 era stato organizzato un corso di informatica da due direzioni didattiche. In una di queste erano stati acquistati 4 PC, ma gli insegnanti non sapevano come inserirne l'uso nella didattica. I genitori manifestavano la loro insoddisfazione, il corso avrebbe dovuto ovviare alla situazione. Chi teneva il corso però tenne i corsisti ben lontani dai computer, erano degli IBM compatibili, lui era un esperto Macintosh. I due anni di corso si svolsero tutti con carta e matita. Quindi alla fine la mia domanda era:


" Se avessi un PC in classe, che cosa ne farei?"

L'anno dopo ebbi a disposizione 4 PC nuovi, senza hardisk, senza software, senza alcuna informazione utile a gestirli! C'era un dischetto di autoistruzione per la videoscrittura, il vecchio Wordstar, che allora era giovane. Passai parte delle vacanze ad impararlo. Un maestro in pensione aveva delle proposte interessanti sulla matematica, in particolare sul problem solving e conosceva un po' di programmazione in Gwbasic. L'impostazione del problem solving con modelli grafico-logici permettevano l'utilizzazione del PC per creare software didattico.

La verifica con i bambini

La verifica con i bambini, con altri colleghi, con classi dalla prima alla quinta elementare ha sviluppato l'esperienza, ha permesso di integrare il lavoro al PC con l'attività quotidiana. Al PC i bambini lavoravano settimanalmente, da soli o a gruppi, e ritrovavano le attività che avevano svolto in classe. Al computer ciascuno poteva lavorare con i suoi tempi. Lavorando invece con altri compagni poteva riceverne aiuto o darne, consultarsi sulle scelte da fare e comunque queste scelte ricevevano una immediata risposta di assenso o meno. Non doveva fare la coda per chiedere all'insegnante se aveva fatto giusto, nè poteva mimetizzarsi sperando di passare inosservato. Se aveva già svolto un'attività poteva fare un'altra scelta, personalizzando il lavoro. Poteva poi, in classe o a casa, ripercorrere sul quaderno l'attività svolta al computer, fissando una traccia scritta di un lavoro mentale che superasse la volatilità del lavoro al PC.
La collaborazione tra gli insegnanti

L'esperienza si è poi ampliata nel contatto con insegnanti di altre scuole attraverso le attività ospitate presso il laboratorio dell'IRRSAE-Liguria. La collaborazione tra gli insegnanti della singola scuola e di scuole diverse, la messa in comune di materiali e di esperienze, il trasferimento di conoscenze sono stati fortemente stimolati dalla presenza del computer. Infatti un software didattico permette di incorporare una notevole quantità di esperienza, di osservazioni della pratica didattica, (molto difficile e noiosa da raccontare, perché fatta di minuti particolari) ed è replicabile all'infinito a costo zero (con il consenso dell'autore). Un software didattico può essere illustrato proiettandolo sul televisore collegato al PC o attraverso un videoproiettore, (che però costa ancora molto, ma non si possono fare corsi di aggiornamento multimediali senza utilizzarlo), può essere esaminato individualmente sul PC di casa in qualunque momento, può essere presentato ai bambini per verificarlo.

Il software didattico

Il software didattico incorpora una notevole quantità di intelligenza, evidenzia le sue finalità, non è equivoco, è affidabile, si può accettare o respingere, può diventare un punto di riferimento importante nella didattica, nella mente del bambino. Aiuta a costruire modelli mentali, può essere l'insegnante personale, sempre disponibile, che ti guida o ti corregge, sempre pronto ad esaudire le tue richieste. Permette di concentrarsi sui passaggi logici liberandoti dalla materialità della carta, l'errore può essere subito eliminato senza lasciarne traccia, senza dover riscrivere tutto dall'inizio, diminuisce i disturbi nel canale di trasmissione delle informazioni. Il software è però anche inflessibile, non ti concede errori o ambiguità, ti fa verificare con te stesso, non puoi barare. Il suo giudizio non è accusabile di parzialità, non fa preferenze, non ti mette fretta e non ti obbliga ad aspettare i tempi degli altri.

Leggere correttamente i messaggi

Ti obbliga però a leggere correttamente i messaggi e a comunicarglieli altrettanto correttamente. Diversi insegnanti che non avevano mai utilizzato un PC sono stati invogliati ad acquistarlo o ad usare quello che in casa era monopolio del marito o dei figli, a darsi da fare per farlo acquistare dalla scuola o, più frequentemente, a farselo regalare dai genitori o da enti vari. Questo è avvenuto perché dopo le prime esperienze i rapporti sono continuati, utilizzando le diverse forme possibili di incontro, attività presso l'IRRSAE, corsi autogestiti, corsi finanziati dal Provveditorato. Con lo sviluppo dell'autonomia scolastica, e con il conseguente decentramento delle attività di formazione e aggiornamento, oltre che di ricerca e sperimentazione, gli insegnanti possono diventare soggetti maggiormente attivi. Potranno così garantirsi (forse) che le esperienze iniziate abbiano una loro continuità.