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Emilio Brengio SCUOLA, RISORSE, EFFICACIA DELL'INSEGNAMENTO (intervento apparso su BOLLETTINO IRRSAE-LIGURIA N.39 1998 Nessuna ricerca è riuscita a stabilire serie relazioni tra risorse materiali impiegate nella scuola ed efficacia dell'insegnamento. (1) L'investimento quindi in atto per
dotare le scuole di tecnologie informatiche (1.000
miliardi in tre anni) non garantisce di per sé un
miglioramento dell'efficacia della scuola. Non solo per
quanto detto prima, ma anche perché "purtroppo, è
molto difficile accertare in maniera rigorosa quali siano
gli accorgimenti pedagogici e didattici più efficaci, o
persino stabilire se molte soluzioni abbiano o meno
effetti benefici." (2) Registratore ** audiocassette** videoregistratore ** televisore Quante sono però le scuole che hanno fornito ogni classe di registratore e di una decina di audiocassette? E di videoregistratore e televisore? C'è una videoteca nella scuola? L'uso di questi strumenti è precario, aleatorio, comporta spostamenti frequenti, quindi non è praticabile se non in via eccezionale e con molto impegno personale. Gli unici strumenti veramente affidabili sono i libri, i quaderni, la lavagna e la voce, finché ne resta. Ciò che non è sempre a portata di mano, affidabile nell'uso, non può essere inserito nell'attività quotidiana di una scuola. Anche per i computer sarà così. E così è finora avvenuto, mi riferisco alla generalità degli insegnanti, non ai pochi pionieri. Questi strumenti, tutti gli strumenti della multimedialità, necessitano di manutenzione, di riparazioni frequenti, di sostituzione per rapida obsolescenza, di materiali di supporto: videocassette, dischetti, CD-ROM, cartucce per l'inchiostro, carta. Quindi figure professionali con compiti di supporto all'utilizzazione degli strumenti, oltre che adeguati stanziamenti per la gestione degli stessi, sono ormai necessarie in tutte le scuole. Solo così è pensabile che i nuovi strumenti possano essere utilizzati con continuità ed in modo generalizzato. Con l'avvio dell'autonomia, sarà compito delle singole scuole, o di consorzi tra scuole, decidere se e come impiegare risorse in questo settore. Ovviamente si tratta di interventi necessari, anche se non sufficienti. I CORSI DI ALFABETIZZAZIONE L'altro aspetto della questione
riguarda la preparazione "strumentale" e la
preparazione didattica. L'insegnante deve saper usare con
tranquillità e padronanza gli strumenti, ma soprattutto
ha bisogno di garanzie rispetto all'uso nella didattica,
e questo deve venire prima, altrimenti non si può
pensare che scatti una vera motivazione. Nei corsi di
alfabetizzazione gli insegnanti hanno evidenziato
interesse. "Sono negata a maneggiare aggeggi
tecnici, programmare un videoregistratore, accendere un
computer, non credevo di riuscirci." Affrontare l'uso di uno strumento come
il PC significa metterci le mani sopra, non soltanto
sentirne parlare. Bisogna che ciascuno possa da solo, con
i suoi tempi e le sue difficoltà sperimentare
direttamente il mouse, la tastiera, le finestre e le
icone. Deve poter provare ciò che intende utilizzare per
i suoi alunni. Deve capire come questo si integra con la
propria attività didattica, se e come può servire per
affrontare meglio le concrete situazioni di cui ha
esperienza. Solo in seguito potrà intravedere come in
effetti si schiudano nuovi mondi per la propria
professionalità. In un primo tempo (e questa è
esperienza già fatta, però probabilmente una parte
almeno deve essere ripercorsa da ciascuno) al computer
saranno chieste prestazioni vicine alle proprie
esperienze pregresse, prima di poterne fare un uso che
esalti e sfrutti le sue specificità: come quando le
prime automobili si facevano mettendo un motore ad una
carrozza a cavalli. Essere riusciti a fare un piccolo
passo: aver imparato a controllare il mouse, a
cancellare, spostare, ricopiare, cambiare formato ad un
paragrafo, inserire i numeri pagina, le note .. dopo una
o due ore di serrato confronto con il Pc, rinfranca,
gratifica, invoglia a continuare e ci ricorda che questo
vale anche per i nostri allievi quando ci troviamo
dall'altra parte della cattedra. UN'ESPERIENZA GENOVESE NELLA SCUOLA ELEMENTARE Nel 1989 era stato organizzato un corso di informatica da due direzioni didattiche. In una di queste erano stati acquistati 4 PC, ma gli insegnanti non sapevano come inserirne l'uso nella didattica. I genitori manifestavano la loro insoddisfazione, il corso avrebbe dovuto ovviare alla situazione. Chi teneva il corso però tenne i corsisti ben lontani dai computer, erano degli IBM compatibili, lui era un esperto Macintosh. I due anni di corso si svolsero tutti con carta e matita. Qunidi alla fine la mia domanda era:
L'anno dopo ebbi a disposizione 4 PC nuovi, senza hardisk, senza software, senza alcuna informazione utile a gestirli! C'era un dischetto di autoistruzione per la videoscrittura, il vecchio Wordstar, che allora era giovane. Passai parte delle vacanze ad impararlo. Un maestro in pensione aveva delle proposte interessanti sulla matematica, in particolare sul problem solving e conosceva un po' di programmazione in Gwbasic. L'impostazione del problem solving con modelli grafico-logici permettevano l'utilizzazione del PC per creare software didattico. La verifica con i bambini, con altri colleghi, con classi dalla prima alla quinta elementare ha sviluppato l'esperienza, ha permesso di integrare il lavoro al PC con l'attività quotidiana. Al PC i bambini lavoravano settimanalmente, da soli o a gruppi, e ritrovavano le attività che avevano svolto in classe. Al computer ciascuno poteva lavorare con i suoi tempi. Lavorando invece con altri compagni poteva riceverne aiuto o darne, consultarsi sulle scelte da fare e comunque queste scelte ricevevano una immediata risposta di assenso o meno. Non doveva fare la coda per chiedere all'insegnante se aveva fatto giusto, nè poteva mimetizzarsi sperando di passare inosservato. Se aveva già svolto un'attività poteva fare un'altra scelta, personalizzando il lavoro. Poteva poi, in classe o a casa, ripercorrere sul quaderno l'attività svolta al computer, fissando una traccia scritta di un lavoro mentale che superasse la volatilità del lavoro al PC. L'esperienza si è poi ampliata nel contatto con insegnanti di altre scuole attraverso le attività ospitate presso il laboratorio dell'IRRSAE-Liguria. La collaborazione tra gli insegnanti della singola scuola e di scuole diverse, la messa in comune di materiali e di esperienze, il trasferimento di conoscenze sono stati fortemente stimolati dalla presenza del computer. Infatti un software didattico permette di incorporare una notevole quantità di esperienza, di osservazioni della pratica didattica, (molto difficile e noiosa da raccontare, perché fatta di minuti particolari) ed è replicabile all'infinito a costo zero (con il consenso dell'autore). Un software didattico può essere illustrato proiettandolo sul televisore collegato al PC o attraverso un videoproiettore, (che però costa ancora molto, ma non si possono fare corsi di aggiornamento multimediali senza utilizzarlo), può essere esaminato individualmente sul PC di casa in qualunque momento, può essere presentato ai bambini per verificarlo. Il software didattico incorpora una notevole quantità di intelligenza, evidenzia le sue finalità, non è equivoco, è affidabile, si può accettare o respingere, può diventare un punto di riferimento importante nella didattica, nella mente del bambino. Aiuta a costruire modelli mentali, può essere l'insegnante personale, sempre disponibile, che ti guida o ti corregge, sempre pronto ad esaudire le tue richieste. Permette di concentrarsi sui passaggi logici liberandoti dalla materialità della carta, l'errore può essere subito eliminato senza lasciarne traccia, senza dover riscrivere tutto dall'inizio, diminuisce i disturbi nel canale di trasmissione delle informazioni. Il software è però anche inflessibile, non ti concede errori o ambiguità, ti fa verificare con te stesso, non puoi barare. Il suo giudizio non è accusabile di parzialità, non fa preferenze, non ti mette fretta e non ti obbliga ad aspettare i tempi degli altri. Ti obbliga però a leggere correttamente i messaggi e a comunicarglieli altrettanto correttamente. Diversi insegnanti che non avevano mai utilizzato un PC sono stati invogliati ad acquistarlo o ad usare quello che in casa era monopolio del marito o dei figli, a darsi da fare per farlo acquistare dalla scuola o, più frequentemente, a farselo regalare dai genitori o da enti vari. Questo è avvenuto perché dopo le prime esperienze i rapporti sono continuati, utilizzando le diverse forme possibili di incontro, attività presso l'IRRSAE, corsi autogestiti, corsi finanziati dal Provveditorato. Con lo sviluppo dell'autonomia scolastica, e con il conseguente decentramento delle attività di formazione e aggiornamento, oltre che di ricerca e sperimentazione, gli insegnanti possono diventare soggetti maggiormente attivi. Potranno così garantirsi che le esperienze iniziate abbiano una loro continuità. 1 J. Coleman , ed altri, Equality of
Educational Opportunity (Washington, DC, National Center
for Educational Statistics) , citato da G. Gasperoni, Il
rendimento scolastico, Il mulino, 1997
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